Racconto: Cuore di Strega

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Mariodm93
view post Posted on 30/6/2011, 23:36




Cuore di Strega


di Miriam Vinci





Correva a piedi nudi su sabbia argentata e onde accarezzavano le sponde, i candidi piedi e l’orlo del bianco vestito. Tra i capelli aveva conchiglie e schiuma di mare ed il volto era illuminato dai raggi del primo sole. Sorrideva, Zaffira sorrideva ad un’alba che pareva eterna, correndo ancora, libera. Poi si sdraiava su distese di sabbia infinita e guardava nuvole soffici che dipingevano tratti di cielo come pennellate improvvise. Il suo sguardo limpido e sereno non faceva che perdersi in quell’immensità interrotta da improvvisi voli di libertà di gabbiani. Zaffira sognava di volare ma la magia la legava al mare, ad esso apparteneva, all’acqua, che era il suo elemento, e madre e culla sua.
Zaffira, ti stavo cercando, finalmente ti ho trovato…
Il nitrire di un cavallo ed una voce che conosceva la fecero voltare, si alzò:
Mi stavi cercando, e perché? – disse, dinnanzi ad un volto agitato, pieno di lacrime e paura.

I suoi occhi erano incatenati alle fiamme ed il cuore apparteneva al deserto ma l’anima no, quella era libera e la portava ogni notte a passare notti eterne a guardare il cielo, quel blu zaffiro dipinto di perle che tanto le ricordava il mare, acque cristalline che sentiva sulla pelle più delle fiamme che aveva nel cuore. Desiderava il mare più di ogni altra cosa, quell’immensità era nell’immensità dei suoi pensieri e non poteva liberarsi. Sì, il fuoco era il suo elemento, la magia la legava ad esso ed esso le apparteneva come ella le apparteneva, ma non l’anima, quella no, quella era libera ed amava il mare.
Coralia! Ti stavo cercando!
Le fiamme che la proteggevano, circondandola, dal freddo della notte, si abbassarono all’improvviso.
Conosceva quella voce ed il nitrire improvviso di un cavallo la fecero voltare.
Perché? – domandò, a quel volto impaurito.
Perché mi stavi cercando?

La magia la legava al cielo, al vento, a tutto ciò che sapeva di aria, il suo elemento, ma lei temeva di volare, aveva paura del vento, del suo ululare e le stelle la spaventavano, quelle luci, mille e mille occhi che la osservavano silenziose. Rubinia: cercava il fuoco, le fiamme, quelle fiamme che sentiva nel cuore, che le invadevano la mente, quel calore che è stato da sempre il calore della sua pelle ambrata. Rubinia non voleva essere del cielo, la sua anima era libera ma il cuore apparteneva all’aria, e l’aria le apparteneva, perché la magia li legava, la magia li univa, la magia li teneva ed essa era madre e culla sua.
Abbiamo bisogno di te giù al villaggio…
Di me? – mormorò, a quel volto conosciuto.
È successa una cosa orribile!
Diamante scese da cavallo, gli occhi pieni di lacrime.
Gli animali hanno abbandonato il bosco e moribondi sono scesi in piazza, non sappiamo cosa fare, stanno morendo tutti soffocati da un’ombra nera…
Ma è terribile, ci deve essere una spiegazione…

Zaffira guardando negli occhi Diamante disse:
È terribile…
Non riusciamo a spiegarci il perché… - aggiunse Diamante,
E lo stregone, cosa dice lo stregone? –
Non sa che fare, parla di magia oscura Zaffira ma non sa come rimediare…
Magia oscura! – ripeté Zaffira con il volto improvvisamente sbiancato.
Devi scendere al villaggio Zaffira, abbiamo bisogno di te…
Zaffira che aveva abbassato il volto ritornò a fissarla e allora disse:
Non posso! Diamante sai benissimo che non posso…
Ma sei la nostra unica speranza…
Zaffira si distrasse un attimo e poi tornò a dire:
Sai che non mi è permesso entrare al villaggio!
Per favore! - Diamante le prese le mani all’improvviso:
Sei l’unica che può entrare nel bosco, sei l’unica che ci può aiutare… - e guardandola negli occhi vide un’improvvisa speranza.
Diamante…- disse: - Tu lo sai che non sono l’unica e, sai che i miei poteri soltanto non possono nulla se da sola e sai anche che se scendiamo al villaggio lo stregone, lo stregone morirà!
La donna portò una mano verso la spalla di Zaffira e abbassando lo sguardo disse:
Egli sa. È consapevole di tutto.
E che dice allora?- la interruppe la ragazza.
Diamante la guardò di nuovo negli occhi e dopo un lieve sospiro rispose:
Egli dice che il sacrificio ne varrà la pena e che la morte non è altro che un nuovo inizio. In nome del suo popolo egli vi prega di raggiungerlo, perché egli confida in voi, noi confidiamo in voi e nella vostra magia e nel vostro cuore, noi vi affidiamo le nostre vite.

E se non fossi capace di aiutarvi? e se dovessi fallire?
Coralia guardò gli occhi speranzosi di Diamante e vide in lei tutta la fiducia che ella aveva nei suoi riguardi e così si sentiva in dovere di aiutarla, in qualunque modo, doveva farlo, nonostante avesse paura, nonostante temesse l’ignoto, Coralia doveva scendere al villaggio. La sua speranza le dava speranza.
Noi crediamo in te – disse Diamante, e Coralia abbassò lo sguardo:
Noi tutti crediamo in te.
E tornò a guardarla. Il cuore stesso adesso le dava coraggio e l’anima ribolliva.
Allora anch’io – disse ad un tratto e: - Voi credete in me – fece una breve pausa e poi: - Ed io credo in voi. Scenderò al villaggio Diamante, dì alle altre di prepararsi al mio arrivo.
Una luce improvvisa schizzò dagli occhi di Diamante, la sua anima splendeva di gioia e ciò le compiacque a tal punto che le fiamme le esplosero dentro e intorno. Il cavallo nitrì spaventato, e Diamante si ritrasse indietro.

Sapevo che non ci avresti abbandonato Rubinia… - e prese da sotto il mantello una custodia lanciandola verso di lei:
Tieni… -
Rubinia la prese al volo:
Questa è la tua spada!
Una spada? - domandò, guardandola in volto, e poi:
Pensi davvero che la situazione sia così grave?
Diamante scosse il capo.
Non lo so ma voglio che voi siate pronte a tutto…
Rubinia non aggiunse altro. Tacque e allora fu Diamante a rompere il silenzio.

Coralia… - esclamò la donna rompendo il silenzio che si era creato tra di loro:
Ti senti pronta?

Sì. Sono pronta – rispose Rubinia stringendo nel pugno la spada.

Non ho paura – esclamò Zaffira.

E quando raggiunsero il villaggio le tre streghe si conobbero per la prima volta. Ognuna sapeva dell’esistenza dell’altra ma mai s’erano incontrate perché mai fu permesso loro di trovarsi.
Lo stregone le aveva separate fin dalla nascita per la sua e la loro incolumità, troppa magia in quel villaggio, e troppa finiva con lo scontrarsi. Qualcuno doveva morire e separarle fu l’unica soluzione. Coralia, Rubinia e Zaffira: le tre streghe, adesso dovevano tornare e lo stregone consapevole d’aver campato ormai troppo a lungo, per salvare gli animali ed il bosco era pronto a sacrificare la sua vita, per la loro.

Vedervi qui riunite sorelle streghe mi riempie il cuore in modo incommensurabile – lo stregone fece un enorme sorriso, sotto i lunghi baffi, mentre le giovani streghe s’osservano l’un l’altra.
Sapete or dunque il motivo per cui vi ho volute qui…
Coralia guardava le conchiglie tra i capelli di Zaffira e Zaffira guardava gli occhi color cielo di Rubinia il cui sguardo invece era perso nel rosso fiammante dei capelli di Coralia.
Gli animali del bosco si sono ammalati… - continuò lo stregone, e poi: - E mi rendo conto che la mia magia non può più nulla…
Signore – fece Diamante, con voce armoniosa, interrompendolo.
Le tre streghe intanto, accorgendosi dei loro sguardi pungenti, l’uno sull’altro, puntarono all’improvviso gli occhi su Diamante che aveva appena parlato.
Manca la quarta strega…
Le tre fanciulle tornarono a fissarsi. Diamante aveva ragione, quattro erano le streghe perché quattro erano gli elementi. E c’era l’aria, e c’era il fuoco, e c’era l’acqua. Rubinia, Coralia, Zaffira.
Ma Esmeralda mancava, la figlia della terra, ella no, non era presente.
Temo che Esmeralda non possa esserci di aiuto Diamante, ella si trova nel bosco…
Signore ma se Esmeralda non è presente come possiamo renderci utili noi? I nostri poteri non bastano… - fece Coralia, interrompendo l’anziano.
Mia cara…- fece il vecchio: - Voi siete le sole che potete entrare nel bosco, dopo di me, ma io sono troppo vecchio ormai e poco utile. I vostri cuori giovani invece hanno forza e coraggio a sufficienza, ed è piena di magia la vostra anima…
Signore… - mormorò Rubinia - Io sono pronta, se non possiamo unire le nostre magie e i nostri cuori per l’assenza di Esmeralda, uniremo i nostri poteri per salvarla e salvare il bosco…
Hai un cuore impavido Rubinia ed esso renderà giustizia alla tua anima – rispose il vecchio, quasi tossendo e poi: - avrai ciò che hai da avere, e ora vai mia cara, prendi la tua arma e salva il bosco.
Rubinia era molto orgogliosa, guardò le sorelle streghe per un attimo, poi strinse l’arma e si avventurò mentre il vecchio si piegò tossendo per un breve attimo:
Signore! – fece Diamante e poi:
Si sente bene?
Il vecchio sorrise e scosse il capo:
Sto morendo Diamante. Un nuovo inizio mi renderà migliore – e tossì ancora:
Signore, sono pronta anch’io… - gridò all’improvviso Zaffira.
Il vecchio la guardò e sorrise:
Lo so mia cara, il bosco ti sta aspettando, la tua bontà ti renderà giustizia… -
E così, anche Zaffira stringendo la spada entrò nel bosco.
Il vecchio tossì ancora, piegandosi quasi per il dolore e Coralia rimase ad osservare i suoi lunghi baffi mentre l’anima diceva di farsi avanti e andare e mentre il cuore invece soffriva un poco per la paura di tutto ciò che non conosceva.
Signore!
Il vecchio all’improvviso si inginocchiò a terra:
Signore, come si sente? – urlò Diamante, e Coralia si distrasse allora dai sui pensieri, gli corse incontro:
Signore, come si sente?
Coraggioso – rispose, e poi: - Coraggioso figlia mia e pronto per andare – il vecchio le toccò le mani e Coralia si rese conto che le stavano tremando, aveva paura.
E tu invece Coralia?
Io…- le tremò pure la voce: - So che puoi farcela Coralia, io confido in te, nel tuo cuore forte e puro… - la ragazza abbassò lo sguardo, poi deglutendo disse:
Sì, posso farcela Signore…
Hai coraggio Coralia? – il vecchio tossì ancora, le ragazze si inoltravano nel bosco e la sua vita veniva a mancare sempre di più, si indeboliva.
No – scosse il capo: - Ho solo paura – disse.
E la paura precede il coraggio Coralia, adesso sei pronta valorosa strega, ed il tuo cuore ti renderà giustizia…
Coralia sorrise, strinse la spada ed entrò nel bosco. Il vecchio ricambiò il sorriso e dopo aver esalato queste ultime parole, si accasciò a terra e morì. Diamante gli andò incontro.
Signore! – urlò: - Signore!
Il vecchio era già morto.

Rubinia camminava a passo lesto, gli alti alberi del bosco rendevano l’atmosfera abbastanza cupa e si sentiva spaventata, non vedeva il cielo e sognava allora il fuoco. Il fuoco sì che l’avrebbe salvata. I suoi occhi si muovevano da un tronco all’altro, non c’era anima viva e nessun fiore. Portò la spada dinnanzi al viso e procedette. Qualcuno intanto la stava osservando dall’alto.

Zaffira si voltò di scatto, portò la spada in avanti e scrutò attenta tra gli alberi, non vide nessuno e continuò ad avanzare con il cuore alla gola. Raggiunse uno stretto sentiero e, dopo aver controllato ancora una volta dietro di se proseguì, a passo svelto. Non aveva la minima idea di dove andare, camminava, forse avrebbe trovato Esmeralda, forse avrebbe trovato la causa di ogni male o forse no, ma lei, proseguiva, alla ricerca della meta.

Coralia guardava con occhi spalancati e stupiti le limpide acque che le scorrevano dinnanzi e che tagliavano il bosco, sentiva il loro scorrere, osservava la roccia bagnarsi della loro freschezza e così decise di avvicinarsi ad esse ed incauta abbassò la spada. Scese lungo la sponda, gettò la spada a terra e si inchinò verso le fresche acque, le sue mani toccarono quella limpidezza infinita, senza tremare e si accorse così di non avere paura. Per la prima volta, in quella immensa e sconosciuta solitudine ella non aveva paura. E si bagnò il viso, e si bagnò i mossi capelli, a contatto con la calda pelle l’acqua evaporò all’istante. Coralia sospirò di gioia dimenticando lo scopo di quell’avventura.

Un’ombra oscura si avvicinava ad essa, Rubinia si sentiva sempre più a disagio, si voltò di scatto ma dietro di se non vedeva nulla e così procedette ancora. La tensione cresceva, le mancava quasi l’aria. Percorse un lungo tratto di strada voltandosi ogni volta all’improvviso ma non vedeva mai nulla e così, si fermò a scrutare ogni albero, attentamente fin quando poi si accorse di quella cortina nera che avvolgeva ogni pianta, ogni foglia, ogni tratto di corteccia. Restò basita per un lungo attimo ad osservare quei filamenti di fumo nero che succhiavano via la vita al bosco. Le foglie verdi venivano prosciugate della loro linfa vitale e le piante morivano, senza pietà.

Zaffira si sentì sopraffatta da uno strano senso di inquietudine, si voltò all’improvviso e ad un tratto qualcosa la colpì alle spalle. La spada le scivolò dalle mani.

Un urlo tagliò l’aria, Coralia era in pericolo. Le acque limpide divennero improvvisamente nere ed un’ombra scura si protrasse su di lei. Cadde a terra impietrita dal terrore ma quando l’ombra si gettò verso il suo corpo per inghiottirne la vita imprigionandola tra le tenebre, ella reagì.

Rubinia correva per le vie del bosco, s’era fatta vento, e nel vento si nascondeva ma fu breve la sua corsa. All’improvviso raggiunse un’ampia radura nel bosco e lì si fermò di colpo. Dell’acqua iniziò a sgorgare dalla terra, dinnanzi a lei. Parò la spada davanti. L’acqua sgorgava, pareva ribollire.
E intanto Coralia, sfuggita all’ombra raggiunse la radura e si vide davanti Rubinia, e vide la spada parata, e poi guardò sopra le loro teste e vide il buio, un’enorme agglomerato di fumo.
Coralia, vai via di lì! – urlò Rubinia, e la ragazza guardò lei, e vide che scie di fumo le stavano circondando. L’acqua intanto sgorgava a fiotti, sul terreno s’aprì una crepa.
Rubinia! Dietro di te! – un’ombra si gettò su di lei, la strega si spostò, veloce come il vento, e si rese conto che da vento era intoccabile.
Uno spruzzò improvviso partì da terra, Coralia si ritrasse indietro. L’acqua schizzò via ed una sagoma prese vita. Coralia parò la spada a sua volta, da un riflesso sulla lama vide l’ombra nera dietro di lei e senza nemmeno volerlo divenne fiamma ma l’acqua la travolse e cadde a terra, l’ombra oscura scomparve.
Coralia! stai bene? –
La ragazza aprì gli occhi. Acconsentì, poi strinse la lama tra le mani e si alzò.
Esmeralda? – chiese.
Sia Rubinia che Zaffira guardarono alle sue spalle, lei si voltò.
In un’enorme roccia vi era scolpito un volto dai lunghi capelli intrecciati da fiori e foglie. Attorno alla roccia tanti rovi e scie di fumo nero. Tutto era morto nel bosco, l’ombra aveva distrutto la vita.
Come facciamo a riportarla da noi? – chiese Coralia.
Le ragazze scossero il capo, non sapevano che fare. Non sapevano come agire. Poi Coralia si portò avanti, tese la spada.
Che vuoi fare? – chiese Rubinia, Coralia non rispose, agì.
La spada colpì la roccia, il fuoco l’avvolse ma non accadde nulla. Tutti stettero a guardare i rovi che divennero cenere. Poi provò Rubinia e l’aria corrose la roccia, ed agì Zaffira, l’acqua la modellò.
E provarono ancora, e ancora e ancora fino a quando la sagoma di Esmeralda si protese dinnanzi a loro.
Niente. Non accadde niente e loro erano troppo stanche, si gettarono a terra. Rubinia stava piangendo. Zaffira si guardò intorno e vide le ombre protendersi di nuovo verso di loro.
Proviamo insieme… - disse Coralia, e così fecero.
La sagoma di Esmeralda cadde a terra in mille pezzi. Si guardarono sconfitte. L’oscurità stava avanzando, li stava intrappolando. Strinsero tra le mani quel che restava poi Rubinia disse ad un tratto:
Ragazze, questo è… -
Questo è un cuore! – completò Coralia.
E fu allora che capirono ciò che dovevano fare: sacrificare la loro vita, uccidersi. E allora si guardarono negli occhi e gettarono le spade a terra, nessuno avrebbe compiuto il folle gesto sull’altro. E si strinsero per le mani, intorno ai resti di Esmeralda.
Avete paura di morire? – chiese Coralia.
Rubinia e Zaffira si guardarono, non avevano mai pensato alla morte e non risposero.
Io sì – disse allora Coralia e poi: - ne ho tanta…
Le mani si strinsero, ella strinse le loro e chiusero gli occhi.
E adesso? – fece Rubinia.
Zaffira non parlò, le mani sudavano.
Adesso coraggio – disse Coralia: - Ci vuole coraggio…
Ma cosa dobbiamo fare?
E all’improvviso una fitta al cuore.
Non era successo nulla, soltanto le mani, si erano strette, soltanto le anime s’erano svegliate.
Ed il cuore di Esmeralda, un cuore di terra, si elevò sopra di loro.
Acqua, fuoco e aria si mescolarono, si amalgamarono.
Il cuore di terra pulsò vita e fu un impulso così forte che l’intero bosco tremò.
Luce. Improvvisa. Che sbaragliò tutto.
L’ombra scomparve. Inghiottita dal vortice accecante.
Le mani si lasciarono e le tre caddero a terra, con le lacrime agli occhi ed un sorriso sul viso.
Dinnanzi a loro bozzoli di luce legati agli alberi e dentro i bozzoli neonati.
Coralia – mormorò Rubinia e poi:
Guarda i neonati…
Non sono neonati…- fece Zaffira.
Coralia sorrise:
Sono i sogni – disse: - e sono ancora in salvo…
Portarono le mani verso la luce.
Le ombre: i cattivi pensieri di chi non sogna più, le ombre, la morte dei sogni, erano scomparse.
Tutto divenne vita.
Vita.

Edited by Mariodm93 - 1/8/2011, 15:21
 
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Daisy Dery
view post Posted on 2/7/2011, 21:49




Originale e colorato, complimenti all'autore-autrice :D
 
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Cronos79
view post Posted on 3/7/2011, 09:26




Molto carino.
Complimenti :)
 
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Deborah76
view post Posted on 24/7/2011, 20:09




Prima di commentare, vorrei fare una breve premessa (che per amor di uguaglianza replicherò in tutti gli altri commenti): leggerò tutti i racconti, e uno per volta li commenterò. La mia è solo un'opinione scanzonata senza pretese tecniche, nel rispetto dell'autore/autrice. Scrivere è mettere in luce un po' di noi stessi, perciò: un applauso a tutti!

C'è grandissima poesia, in questo racconto, emozionante e pieno di cuore, l'idea è davvero splendida! Una lettura da gustare appieno... solo attenzione alla punteggiatura! Mi è sembrata affrettata, forse, un po' a casaccio in alcuni punti, mancante in altri. Un peccato, se proprio vogliamo essere precisi, perché disattenzioni del genere incrinano le suggestioni della storia.
In ogni caso, un racconto delicatissimo che mi è piaciuto tanto! Complimenti! ^_^
 
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Nauthiz7
view post Posted on 25/7/2011, 14:21




Tanta, tanta confusione è stata la mia prima impressione. La punteggiatura disordinata rende la lettura difficile e i concetti confusi. I cambi di scena e di personaggio non sono chiari, così come i dialoghi che spesso sono fusi con la narrazione. In seconda battuta, colpisce la potente e vivace fantasia dell’autore, che proietta immagini luminose e colorate. Uno stile sopra le righe, a volte scorretto ma altrettanto efficace, originale, poetico e pittoresco. Il racconto è penalizzato, però, da una stesura caotica e poco curata. Nonostante tutto, l’autore ci ha messo talmente tanto impeto e cuore nel scriverlo, che il sentimento traspare e nel finale emoziona.
 
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Angela1993
view post Posted on 29/7/2011, 11:35




Il cambio improvviso di punto di vista mi è piaciuto molto, però nell'intera stesura il racconto risulta un abbastanza caotico. Tuttavia l'idea mi è piaciuta e nel complesso è una lettura carina.
 
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Piccola Mia
icon5  view post Posted on 1/8/2011, 09:58




:) Salve, sono Mia, l'autrice di questo racconto. Vi ringrazio per i commenti, mi fa piacere di essere riuscita a trasmettervi delle emozioni :) terrò conto dei vostri pareri per migliorarmi. ^_^
 
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6 replies since 30/6/2011, 23:36   153 views
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