Racconto: Ashalin, Regina degli Unicorni

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Mariodm93
view post Posted on 30/6/2011, 23:31




Ashalin, Regina degli Unicorni


di Sonia Ricusati




Lo sguardo della giovane donna, dall’alto della Torre di Guardia, percorre la vallata del fiume…
I suoi pensieri sono lontani, molto lontani. In un mondo perso fra le nebbie di un’altra dimensione. Ricordi belli e felici di persone e luoghi che ha amato e che hanno lasciato dentro di lei un segno profondo.
Sembra passato tanto tempo da quella strana notte che le ha cambiato la vita…

La finestra socchiusa, un alito di vento leggero, un riflesso nello specchio e infine la scoperta nella sua camera di uno sconosciuto. Un’ombra rivelatasi in seguito essere un Cavaliere, il Cavaliere Daiken Arast, Cavaliere Ombra di Anturian. Anturian. Cos’era e, principalmente, dov’era?
Tutte le sue farneticazioni su un Regno perso oltre l’orizzonte, in un’altra terra parallela al mondo conosciuto, dove in un immenso castello due persone la stavano aspettando da molto tempo. Lei non aveva creduto ad una parola del Cavaliere e così era stata rapita ed in sella ad un enorme cavallo bianco di nome Asgard, era stata condotta nella notte verso l’ignoto.
Aveva tentato varie volte di fuggire ma non c’era mai riuscita. Il suo ultimo tentativo però le aveva permesso di conoscere un personaggio che sarebbe stato suo amico per sempre, Steel. Steel era uno gnomo, un ometto alto circa un metro vestito da guardiacaccia e con una lunga barba ricciuta. Solo in seguito scoprirà che fu proprio lo gnomo, in una notte tempestosa e rossa di sangue, a portarla verso l’altro mondo strappandola alla sua famiglia. Di ciò si era sempre rammaricato, ma le aveva salvato la vita.
Comunque, come dicevamo, lo aveva conosciuto dopo la sua ultima fuga ai danni del Cavaliere Daiken Arast che si era degnato di raccontarle tutta la sua storia. Si erano lasciati risucchiare da un affresco dipinto da un mago, sul muro di un’Abbazia diroccata, tantissimi anni prima che permetteva il passaggio fra i due mondi.
La ragazza, appena superato il passaggio, si era gettata a capofitto in un bosco tetro e silenzioso, senza sapere che si trattava del Bosco Proibito, dove neppure il Cavaliere poteva entrare. Vi era stata confinata la strega Mallowean. Era proprio dalle grinfie della strega che Steel l’aveva salvata.

I due erano tornati dal Cavaliere che li stava cercando disperatamente e il viaggio era proseguito. Dopo un’ansa del grande fiume Bruinen era finalmente apparso l’enorme Castello di Anturian, ricco di torri e guglie.. Due lune illuminavano il cielo. I tre erano stati accolti con stendardi e bandiere, le trombe sulle Torri di Guardia li avevano annunciati sino ai confini del Regno. I regnanti erano accorsi verso di loro e la Regina Yana aveva abbracciato la figlia ritrovata fin quasi a soffocarla.
«Maestà» - la voce del Cavaliere si era alzata sopra il vociare confuso dei presenti ed aveva interrotto l’abbraccio - «Ashalin, la Principessa, è ancora sconvolta da tutto quello che ha dovuto passare. Non capisce ancora, datele tempo. Nessuno può accettare ciò che lei ha dovuto passare in poche ore. Avrete tempo per i racconti, adesso è molto stanca ed ha freddo, credo anche che sia affamata.»
«Il nostro Cavaliere ha più giudizio di noi cara, la bambina è distrutta. Facciamola riposare e poi avremo tempo.» - la voce del Re Thoron era stata dolce e profonda, un brivido era scivolato lungo la schiena di Ashalin.
Così era cominciato tutto.
I giorni si erano susseguiti uno dietro l’altro: insegnamenti di vita di corte, insegnamenti di vita militare, equitazione e ancora insegnamenti..
Furono anche invitati al castello i due fratelli maggiori di Ashalin, Galathor e Barahir, con le rispettive famiglie.
Al loro pensiero una lacrima le solca le guance fredde. Erano stati disgustosi e cattivi. Non potevano accettare che un’estranea usurpasse il trono che spettava a loro.
«Come potete credere che lei si sacrificherà per questo mondo, non lo conosce, non lo ama. Non conosce i bisogni dei suoi abitanti. Avevate a portata di mano la principessa mia figlia. Certamente molto più adatta di questa sconosciuta.» - aveva detto uno dei due.
«Non è una sconosciuta, è vostra sorella. Sapevate perché era lontana, da lei dipende la sopravvivenza.» - la Regina tentava di farli ragionare invano.
«Sono solo fandonie, avete avuto molto tempo per ricondurla qui e non lo avete fatto.»
«Non la trovavamo, ci sono voluti anni e vari infiltrati. Il Cavaliere Daiken Arast è stato più bravo degli altri o più fortunato.»
«Bugie.. Adesso vi serve.»
«Andatevene! Vergognatevi delle vostre parole, tornate ai vostri castelli. Lei resterà qui e quando sarà il momento regnerà su questa terra.» - il Re era riuscito a stento a reprimere la furia.
.
Gli Unicorni si potevano incontrare sul grande prato verde davanti al castello, ed è lì che Ashalin li incontrò per la prima volta, in compagnia del Cavaliere Daiken Arast. L’uomo, stanco di vederla sempre triste ed abbattuta, aveva deciso di chiarirle lo scopo della sua venuta.
«Vieni» - le aveva detto - «C’è qualcuno che vuole conoscerti ed è ora che tu lo conosca.»
Erano scesi e mano nella mano erano usciti sul grande prato dove pascolavano gli Unicorni.
«Vedi, tu stai da sola e piangi, ti apparti e piangi, non hai capito il perché della tua strana vita. Non farlo perché qui ci sono delle creature che ti stavano aspettando, che agognavano la tua venuta.» - così dicendo le aveva indicato con la mano decine di Unicorni che lentamente si stavano avventurando sul prato.
«Questo è il luogo dove la sera si incontrano, dal castello li proteggiamo. Vi portano i puledrini aspettando il loro Re.» - ed ecco che dopo pochi istanti un grande ed imponente unicorno bianco fa il suo ingresso sul grande prato.
«Vai Ashalin, avvicinati. Vuole te.» - le aveva detto Daiken Arast.
Lentamente la ragazza si era avventurata sul prato, il grande Unicorno spavaldo e fiero le si era avvicinato e l’aveva guardata profondamente negli occhi scrutandone l’anima. Un lungo brivido l’aveva scossa dalla testa ai piedi.
«Bentornata, Regina degli Unicorni. Ti stavamo aspettando. Tempi duri ci riserba il futuro, il male bussa alla porta e tu ci devi aiutare. Con la tua magia lo sconfiggeremo.» - la voce dell’Unicorno era profonda.
«Io non ho magia, non la sento. Vorrei aiutarti e sento che ti aiuterò, ma non so come.»
«Non ti preoccupare, al momento opportuno la magia si rivelerà. Tu puoi leggere nei miei pensieri ed io nei tuoi. Siamo legati telepaticamente.» - così dicendo il grande Unicorno si era allontanato.
«La prova che lei era la vera Principessa l’abbiamo avuta, non ci sono dubbi su ciò, il Grande Re l’ha riconosciuta. Tutti la dovranno rispettare.» - le parole del Cavaliere Daiken Arast la sorpresero
«Che fa adesso Cavaliere? Sino a poco fa mi derideva e adesso invece sento della deferenza. Troppa deferenza.»
«La deferenza che devo alla mia Regina.»
«Adesso io sarò anche la tua Regina, ma tu non mi abbandonare. Ho bisogno della tua amicizia, ho bisogno di te.» - gli occhi di Ashalin lo guardarono con apprensione e qualcosa si ruppe nel freddo cuore del soldato. Sarebbe stato vicino a lei sino alla morte, se necessario.

Adesso Ashalin ripensa ai tanti discorsi. Il grande Daiken Arast, Cavaliere del Regno di Anturian, ha deciso di andarsene, prendere tempo. Non vuole fare da balia in eterno ad una mocciosa. Queste le parole che ha detto a Steel prima di andarsene.
«Amico. Puah…Ma che amico traditore. Non crede nella mia forza, non crede in me. Ma che se ne vada pure al diavolo!» - solo gli occhi della Principessa tradivano il dolore di quell’abbandono.
«Con chi ce l’hai piccola Ashalin?» - la voce di Re Thoron interruppe quel soliloquio.
«Con nessuno padre. O meglio, con me stessa! Che sono venuta a fare qua?»
«Questa è casa tua. Sei tornata dalla tua famiglia. Vieni scendiamo. Non abbandonarti alla tristezza.»
Intanto il bruno Cavaliere percorre una strada sterrata immerso nei suoi pensieri. La strada lo conduce verso il nord del paese, al castello abitato dalla sua famiglia, ove vi resterà per un po’ di tempo cercando di dimenticare due occhi che gli sono proibiti.
Nel mentre, nel Castello di Anturian, fervono i preparativi per organizzare una festa in onore dell’erede al trono, la Principessa Ashalin. Tutti sono molto presi dai lavori e nessuno si accorge di una vecchia donna che furtivamente si introduce nel castello e vi si nasconde. Verso sera, quando tutti si ritirano nelle loro camere, la vecchia fa in modo di riprendere le sue normali sembianze partendo alla ricerca della camera di colei che potrebbe indurre la fine di tutta la sua specie. Finalmente riesce a scoprire la stanza dove dorme la Principessa.. La ragazza dorme soavemente quando la vecchia le si avvicina e le versa il distillato sulle labbra appena dischiuse, la morte sarà rapida. Ma qualcosa sembra non funzionare, la pozione non sortisce l’effetto desiderato. La Principessa si desta ed i suoi occhi spalancandosi emanano un luccichio sinistro. Balza sull’essere ed ingaggia una lotta furibonda. Piovono colpi e lampi, Ashalin lotta come una tigre o meglio chi si è risvegliato dentro di lei lotta come un vero guerriero. Ben presto i rumori della lotta attirano gli abitanti del castello, si sente un vociare che si avvicina, molte persone corrono verso la stanza della Principessa. Si sentono ordini, impartiti da Steel, nel cortile. Quando la porta si apre, lo spettacolo che si presenta agli occhi di tutti è sconvolgente.
Ashalin tiene premuta per terra un’enorme Serpe Trasmutatrice proveniente dalla Montagna della Fornace Maledetta, e la consegna nelle mani dei soldati.
«Ashalin che cosa è accaduto?» -
«Non lo so. Si è avvicinata mentre dormivo cercando di farmi bere una strana sostanza. In quel momento dentro di me è accaduto qualcosa. La sostanza non ha avuto effetto ed ho avuto la meglio su di lei. Scusate, mi sento stanca. Vorrei dormire adesso.»
«Te la senti di restare da sola stanotte?»
«Si, non preoccupatevi.» - la voce, seppur stanca della Principessa è sicura.
«Lascerò una guardia davanti alla tua porta e le sentinelle saranno raddoppiate nel castello. Come ne è entrata una possono esserne entrate altre…Meglio stare in guardia.»
«Grazie Steel, di tutto.» - esordisce il Re con voce molto preoccupata. Il corridoio cade nuovamente nel silenzio; vi risuonano solo i passi dei soldati di guardia.

«Steel, sono preoccupato. Molto preoccupato. Come è entrata quella creatura? Quanti altri mostri entreranno nel castello per colpirla?» - la voce della Regina è disperata - «Forse sarebbe stato meglio lasciarla nell’altro mondo, sarebbe stata in salvo e libera. Forse pretendiamo troppo.»
«No Maestà. Voi non pretendete niente. Non sarebbe stato giusto non darle il diritto di regnare.» - la voce di Steel suona forte e sicura.
«Hai ragione, il Regno e la Corona sono suoi ed è giusto che viva la sua vita di Regina.»
«Ci ritiriamo anche noi adesso Steel, mi raccomando fate la guardia davanti a quella camera.»
Intanto nella camera buia la giovane Principessa non riesce a spiegarsi l’accaduto. Ha aperto gli occhi ed ha visto su di lei quegli occhi di serpente, freddi ed inespressivi e quella lingua biforcuta. Un attimo e dentro una voce profonda le ha parlato - «Stai calma Ashalin, ci sono io con te, lasciati andare, non opporre resistenza e vedrai che in un attimo sarai salva. Non ti preoccupare, sei immune ai veleni di ogni genere.» - La voce poi era scomparsa e lei si era lasciata guidare da una forza sovraumana che l’aveva fatta combattere, non aveva avuto pietà. Era stata indistruttibile, veloce, ed aveva sconfitto velocemente la bestia. Chi c’era dentro di lei? Chi le aveva donato la sua forza? Come poteva raccontare una cosa del genere ai suoi genitori?. Il sonno tarda e l’alba la scopre ancora agitata.
La vita al castello prosegue senza incidenti; fin quando il Cavaliere Daiken Arast fa il suo ritorno. Porta con sé cattive notizie, i regni ai confini sono in subbuglio, degli stranieri, chiamati Cavalieri Neri, sono stati arruolati nelle fila degli eserciti. Il cavaliere sostiene un colloquio con i regnanti, da cui viene esentata la principessa. La giovane però, riesce a nascondersi e ad origliare tutto.
«Bisognerà che Ashalin, vostra figlia, si addestri molto bene al combattimento.» - le ultime parole del cavaliere la lasciano sconvolta, si sente inadeguata a quel ruolo. Veloce corre verso le scuderie e dopo essere saltata in groppa al suo cavallo, galoppa fuori dal castello. Sfreccia davanti a Steel, accorso alle scuderie.
«Non mi seguire, lasciami in pace, voglio stare da sola. Per favore...» - la sua è più una preghiera che un ordine.

Ashalin conduce il suo cavallo al passo, gli carezza il collo possente, scusandosi per averlo fatto stancare inutilmente. Dentro di lei tutto è in subbuglio, ogni sua certezza sembra scomparsa, è sola in un mondo sconosciuto. Con una magia pronta ad uscire da un momento all’altro, senza sapere come controllarla. Quando Ashalin volge il capo attorno, si accorgere di non riconoscere assolutamente il luogo.
« Dove siamo finiti? Io non conosco questo posto, è così bello…»
«Ashah… Ashah…» - una voce melodiosa come in una cantilena la chiama.
«Ma chi siete? Che cosa volete da me?» -
«Ashalin, non avere paura, siamo vicino a te, non sei sola» - una bellissima creatura bionda appare a fianco della giovane che nel frattempo è smontata dal cavallo.
«Chi siete?» - chiede Ashalin impaurita.
«Sono una fata e vivo qui insieme alle mie sorelle e ad altre creature magiche fuggite dal mondo degli uomini, ormai tanti secoli fa. Prima vivevamo assieme, poi per noi non c’è stata più pace e allora siamo venuti in questo bosco e non ci siamo più fatti vedere da nessuno. Soltanto quando qualcuno di voi cade in una disperazione immotivata come te, rompiamo la nostra invisibilità. Sai Ashah, io conosco la tua storia, noi sappiamo tutto di te, della tua famiglia e della vostra grande magia. Non hai capito e come te non hanno capito i tuoi amici, capisco che una cosa del genere è molto strana da concepire per chi non vive di magia, ma vedi, tu nel tuo corpo racchiudi la magia presente nella tua famiglia., ma che non ha niente di malefico, anzi, è una magia buona, una magia d’amore, molto potente, ma d’amore. L’entità che è in te e che ti ha sconvolto non è un essere a sé stante, ma sei tu, è una tua qualità.. Forse devi ancora scoprire che qualità hai, ne hai scoperta una, ma ti assicuro che col tempo ne troverai altre. Tu sei molto forte e potente, avrai la fortuna di poter salvare il tuo regno dalla tirannia… vedrai che con l’esercizio riuscirai a comandarla, a capirla e allora sì che molti ti temeranno, ma fino a quel momento non svelare a nessuno quello che possiedi. Cara, quando avrai ancora dei cattivi pensieri, lascia il tuo cavallo libero di prendere la strada che vorrà. Noi faremo in modo di condurlo in questo luogo e ti aiuteremo, non sarai mai sola Ashalin di Anturian, Regina degli Unicorni Magici, ricorda, noi veglieremo sempre su di te. Addio.»
«Ma dove vai, aspetta» - Ashalin rimasta nuovamente sola sull’erba della radura che la circonda si addormenta.
Quanto tempo è trascorso da quando si è addormentata non lo sa, sa solo che improvvisamente una sensazione di fastidio l’ha svegliata di soprassalto. Un vento gelido le ha sfiorato il corpo. Ha aperto immediatamente gli occhi e guardandosi attorno si è accorta che il giorno ha lasciato il posto alla notte e che lei si trova in un bel guaio.
<come facciamo ora? È buio e io non so più che strada prendere per tornare a casa. Se Steel ha ascoltato i miei ordini, siamo proprio soli. Una risata sommessa si ode provenire da poco lontano. In un attimo Ashalin è attanagliata dal più pieno terrore.
«Chi c’è? Fatevi vedere.» - i pensieri della giovane vorticano febbrilmente nella sua testa. - Un turbinio di foglie e polvere distrae la principessa dai suoi pensieri e la sconvolge tanto che per rimanere in piedi deve aggrapparsi al collo del suo cavallo, chiudendo gli occhi. Quando li riapre, non crede a ciò che vede, vicino a lei c’è il cavaliere ombra da lei tanto temuto, Daiken Arast.
«Principessa, non vi sembra di essere stata abbastanza in giro da sola?» - la voce è perentoria.
«Cosa vi importa di quello che faccio? Vado e faccio cosa voglio, io.»
«No, non potete. Tempo fa mi avete chiesto aiuto e vi ho giurato il mio aiuto sino alla morte, perciò mi dovete sopportare anche se ho un cattivo carattere. Voi però non siete da meno! Scusate l’ardire.»
«Basta così, Daiken Arast! Avrò anche un cattivo carattere, ma oggi ho capito tante cose, ho conosciuto dei nuovi amici, che mi hanno spiegato il mio ruolo e che non mi lasceranno mai sola, perciò posso anche concedervi il mio perdono. Voglio il rispetto, che merito è chiaro?»
«Touché. Maestà, è vero, non devo permettermi di usare quei toni con voi, ma la vicinanza che abbiamo avuto ha fatto sì che io vi vedessi più come un’amica. Forse la vostra età ha influito, e non molto deferente ai reali. Forse il tempo che abbiamo trascorso assieme durante il viaggio mi ha fatto sbagliare. Voi siete e sarete sempre la mia regina, alla quale devo ubbidienza e adesso chiedo perdono.» - la testa reclina, come a sottolineare le sue parole.
Ashalin rimane scossa dalle parole del bruno cavaliere, e non trova immediatamente le parole giuste per replicare.
«Ho capito, ci volete pensare un po’ prima di decidere…» - mormora il cavaliere.
«No, non ho da pensare a niente. Sono una regina un po’ sopra le righe e perciò vi dico che vi concedo il mio perdono.> Una sonora risata unisce i due, che nel frattempo sono usciti dal bosco e si sono incamminati fianco a fianco verso il castello.
Stanno in silenzio ora, non hanno bisogno di parole. Sono due caratteri forti e indomiti, leali e sinceri. Si aiuteranno sempre nelle vicissitudini che il futuro riserva loro.

Edited by Mariodm93 - 1/8/2011, 15:09
 
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Xantid88
view post Posted on 5/7/2011, 18:22




Lodi e critiche: entrambi miei personali pareri da semi-profano che lasciano il tempo che trovano, senza esaltare nè offendere nessuno :)

Fiabesco, sicuramente è l'aggettivo migliore per descrivere il racconto. Persino nella tempesta di emozioni l'atmosfera generale è quella di assoluta pace e calma. Forse è l'immagine dell'unicorno, che associo per qualche motivo inconscio alla madreperla, a darmi quel retrogusto di serenità. Un bel racconto da leggere prima della buona notte. A parer mio vuol narrare una storia che richiederebbe molto più spazio, qui è un po' spremuta all'osso, e l'utilizzo del presente come tempo della narrazione non mi piace molto. In ogni caso è stata una lettura piacevole.
 
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Nauthiz7
view post Posted on 13/7/2011, 12:07




Racconto fantasy di gusto classico, con tutti gli standard del caso. Ben scritto, ma ho trovato il finale un po' frettoloso e mi associo al commento precendente sul fatto che c'era molto da dire in poco spazio, così dà l'impressione di essere un riassunto di un racconto più lungo. Anche per me è stata una lettura piacevole ma speravo in qualche elemento di originalità che non ho trovato, per questo parlo di "fantasy classico", c'è tutto quello che ci si aspetta e nessuna sorpresa, ma questo è solo un giudizio di gusto, forse dipende dal fatto che preferisco generi più moderni e principesse con più brio. gif
 
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Nonno D'acciaio
view post Posted on 14/7/2011, 21:24




PREMESSA:
Le mie critiche ai racconti vogliono essere costruttive e, se possibile, aiutare gli autori a migliorare non solo il loro scritto ma anche il loro stile. Non sono nessuno e non mi credo chissaché ma penso che un parere sincero valga più di mille opinioni false o mezze parole.


Un racconto con un suo scopo ma forse troppo scoordinato, senza capo ne coda. Non so chi l'abbia scritto ma si vede dalla prima frase l'inesperienza. Il tutto si svolge in modo frenetico, la narrazione è bisbigliata e appena abozzata, i saltelli temporali nella trama sono all'ordine del paragrafo e l'aggettivazione e la descrizione sono flebili. Ho fatto molta fatica a leggere il brano fino in fondo e ancora più fatica a capire la trama, anche dopo varie riletture. Ma sono convinto che l'autore/autrice abbia molte potenzialità, gli manca solo un po' di esperienza: un esercizio di ristesura, magari senza la restrizione del numero di battute, grosso intralcio per molti scrittori anche esperti, fatto con più calma, soffermandosi più sui particolari, creando un poco di atmosfera e di mistero (senza spiattellare tutta la storia concentrandola nelle prime 20 righe) potrebbe portare ad un risultato molto buono.

Edited by Nonno D'acciaio - 14/7/2011, 22:44
 
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Deborah76
view post Posted on 24/7/2011, 17:06




Prima di commentare, vorrei fare una breve premessa (che per amor di uguaglianza replicherò in tutti gli altri commenti): leggerò tutti i racconti, e uno per volta li commenterò. La mia è solo un'opinione scanzonata senza pretese tecniche, nel rispetto dell'autore/autrice. Scrivere è mettere in luce un po' di noi stessi, perciò: un applauso a tutti!

Inizio col dire subito che amo le fiabe, moltissimo! ^_^ Perciò mi sono divertita nel leggerlo e faccio i miei complimenti all'autore/autrice. Sono però d'accordo con Nonno d'acciaio. Secondo me le potenzialità ci sono tutte, solo, forse, occorre più allenamento, più esperienza, più attenzione ai tempi e a qualche imprecisione stilistica. Nel mio piccolo mi sento di incoraggiare l'autore/autrice a fare meglio.
Comunque brava o bravo!
 
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Angela1993
view post Posted on 30/7/2011, 20:35




Una fiaba di stampo classico a cui viene associato lo stile più tipico del genere, quello che ricorda il racconto orale (almeno, io lo associo alla voce). Non è uno stile che amo moltissimo, salvo in alcuni casi, tuttavia è una questione di gusto personale e in questo caso mi sembra adatto al contesto. Nel complesso però non mi ha suscitato particolari emozioni...
In ogni caso, mi trovo concorde nel dire che ci vogliono un po' di sistemazioni e allenamento, ma di questo non bisogna farne una tragedia, si può benissimo rimediare con un po' di pazienza ^_^
 
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5 replies since 30/6/2011, 23:31   443 views
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