Angela1993 |
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| Questa poesia l'ho scritta a inizio gennaio. La mia intenzione originaria era di ampliarla, però rileggendola non sono sicura di volerlo fare... ci penserò. Nel frattempo vi propongo quello che ho scritto Separazione Primordiale (La Punizione di Zeus)Infiniti corpi si stringono l’un l’altro, le membra tese da una nuova disperazione, i volti contratti da uno sconosciuto dolore che mai più cesserà. Calde e umide labbra intonano una straziante melodia di gemiti, pianti e sospiri. Eco infernale in una valle disseminata di corpi. Coppie di amanti giacciono sulla nuda terra, serrati in un primo e ultimo abbraccio impetuoso, uniti nel medesimo fatale furore.L'ispirazione per questa poesia è il mito conosciuto come Mito dell'Androgino, narrato nel discorso di Aristofane del Simposio di Platone. In particolare, il passo che mi ha folgorata, fin da quando l'ho letto la prima volta, è stato questo: CITAZIONE Allora, dopo che l'originaria natura umana fu divisa in due, ciascuna metà, desiderando fortemente l'altra metà che era sua, tendeva a raggiungerla. E gettandosi attorno le braccia e stringendosi forte l'una all'altra, desiderando fortemente di fondersi insieme, morivano di fame e di inattività, perchè ciascuna delle parti non voleva fare nulla separata dall'altra. E quando una metà moriva e l'altra rimaneva in vita, quella cercava un'altra metà e si intrecciava con questa, sia che si imbattesse nella metà di una donna per intero, quella che ora chiamiamo senz'altro donna, sia che si imbattesse nella metà di un uomo. E in questo modo morivano. E leggendola mi si era presentata nella testa un'immagine chiara, di quelle che restano impresse. Come poesia non è certo un mostro di originalità, però nel scriverla ho cercato di ricreare quella stessa immagine... Ben accetti commenti, consigli e critiche...
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