Intervista a DANIELA LOJARRO, autrice di "Il Suono Sacro di Arjiam"

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Mariodm93
view post Posted on 9/1/2010, 16:47




INTERVISTA A DANIELA LOJARRO
Autrice di Il Suono Sacro di Arjiam

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Ciao Daniela e benvenuta!
Dunque, partiamo con le presentazioni. Chi è Daniela Lojarro?


Anzitutto, grazie per questa intervista che mi offre l’opportunità di far conoscere il mio libro e poi i lettori che avranno la pazienza di leggerla.
Sono nata a Torino e la mia famiglia ha radici napoletane, spagnole e piemontesi, radici che sento molto presenti nel mio carattere che, talvolta, può sorprendere per il passaggio veloce dall’esuberanza mediterranea e partenopea alla compostezza tipicamente nordica. Acconto agli studi classici, ho iniziato molto presto quelli musicali che mi hanno portato sui maggiori palcoscenici italiani ed europei, lavorando con Maestri di fama internazionale e registi come F. Zeffirelli che mi ha scelto per interpretare la colonna sonora del suo film «Il giovane Toscanini». Alcuni brani da me incisi sono stati inseriti anche nel film di M. Scorsese «The Departed». Dedico una parte del mio tempo a una speciale forma di rieducazione della voce e dell’ascolto, chiamata Audio-Psico-Fonologia, per aiutare persone con ritardi o difficoltà nello sviluppo della lingua sia parlata che scritta oppure attori, cantanti, commentatori televisivi, insegnanti, manager che, lavorando molto con la voce, possono attraversare periodi di stress vocale.

Hai degli hobby particolari (oltre alla scrittura, s’intende)?

Mi piace molto leggere, romanzi storici, fantasy; m’interesso di psicologia, archeologia, tradizioni religiose, miti cosmogonici, esoterismo, sufismo; amo molto la letteratura francese; oltre all’opera e alla musica classica, ascolto musica di vario genere pop, rock, metal, prog. Adoro viaggiare e, quando non lo posso fare materialmente, viaggio con la fantasia.

Dove vivi e com’è il tuo rapporto con la tua terra di origine?

Vivo a Zurigo da molti anni dove sono venuta per cantare all’Opernhaus; poi, in Teatro, ho conosciuto mio marito e così sono rimasta! Il rapporto con l’Italia è molto complesso. Finché non sono stata un’italiana all’estero, non mi ero mai resa conto di quanto fosse importante per me la mia Italianità, quel misto di genialità, spontaneità, calore umano che ci caratterizza. Perciò, ora m’infastidisce ancora di più l’aspetto superficiale, caciarone e menefreghista che talvolta oscura l’immagine dell’Italia agli occhi degli stranieri. Vorrei essere sempre orgogliosa del mio Paese in qualsiasi occasione e non dovermi spesso vergognare per certe situazioni cui nessuno sembra voler trovare una vera soluzione.

Quando è nata in te la passione per la scrittura?

Il desiderio di scrivere si è sviluppato in un arco di tempo piuttosto lungo, durante il quale le emozioni legate agli incontri con amici, colleghi, perfetti sconosciuti, casuali compagni di viaggio e le impressioni suscitate da luoghi particolari si sono sedimentate maturando lentamente finché sono sfociate nella stesura di una struttura narrativa. Direi, perciò che «Il Suono Sacro di Arjiam» può essere interpretato come la drammatizzazione di sentimenti, persone e ricordi in sinergia con le mie letture sull’etno-musicologia, sull’archeologia, sulle tradizioni sacre, sulla cimatica, sull’esoterismo. Preciso, però, che la scienza mi è servita come supporto: si tratta sempre di un libro fantasy che chiunque, anche senza aver letto quei testi o essere un esperto in neuro-scienze può godersi.

“Il Suono Sacro di Arjiam” è il tuo primo romanzo. Il titolo è piuttosto singolare. Dunque ti domando: “Cos’è il Suono Sacro di Arjiam”?

Il Suono Sacro di Arjiam è un fantasy centrato sul mistero del suono, sulla sua potenza, sulla sua bellezza e il suo legame con noi tutti. Arjiam è un mondo fantastico ma con radici mediterranee e medio-orientali dove il Suono svolge il ruolo di Principio da cui tutto procede e a cui tutto ritorna. La magia si basa sulla capacità di ascoltare le vibrazioni del Suono Sacro e di accordarsi con esse. Però, questa capacità deve essere coltivata e sviluppata continuamente, non è mai acquisita per sempre perché dipende dall'armonia che ogni persona riesce a raggiungere con se stessa: se cuore, anima e mente non sono in armonia, non si può arrivare a svelare il mistero del Suono Sacro. Per quanto riguarda l’ambientazione, ho scelto architetture che amo e che conosco molto bene: quelle del sud della Spagna o di certe zone della Sicilia, realizzate durante il periodo della dominazione araba e poi normanno-sveva. Il tipo di società ricalca quella della Repubblica di Venezia o delle Signorie italiane con la presenza di categorie artigianali, mercantili e di Famiglie nobili che si suddividono, più o meno apertamente, il potere. Ho cercato anche di proporre colori, stili di vita e descrizioni di paesaggi mediterranei, evitando ogni accostamento al mondo celtico che mi piace ma che non appartiene al mio sostrato culturale. Avendo delineato un mondo dove la vibrazione sonora svolge un ruolo centrale, mi sono trovata anche nella situazione di cercare e trovare una forma di scrittura che mettesse in evidenza le infinite sfumature della voce e i loro effetti sulle emozioni, sul corpo e sul sistema nervoso. Ho conferito grande attenzione alla descrizione delle voci dei personaggi e alle infinite sfumature dell'intonazione che caratterizzano ogni espressione emotiva. Abituata al lavoro in teatro, ho portato anche nella stesura del racconto la relazione «fisica» tra i personaggi che interagiscono non solo con le loro parole ma anche con il corpo, con lo sguardo. Infatti, i capitoli sono spesso strutturati come scontri-colloqui fra due o più personaggi, con tre livelli di scrittura: il dialogo diretto, il pensiero del personaggio e la descrizione delle sue reazioni emotive/fisiche allo svolgimento dell'azione. Un amico romano, attore, mi ha detto che sarebbe uno script già perfetto per un film!

Nel tuo romanzo si fa riferimento a un ordine iniziatico, l’Ordine dell’Uroburo. Ce lo descriveresti?

L’Ordine dell’Uroburo pratica una forma particolare di magia, detta Armonia, legata alla voce umana. Per mezzo della voce l’iniziato, cioè il Magh, raggiunge uno stato di contemplazione. Durante la contemplazione, entra in Armonia con alcune vibrazioni che compongono il Suono Sacro. Questa unione permette al Magh di usare queste vibrazioni per risanare, per spostarsi nello spazio o per vedere il futuro. L’Uroburo, il serpente che si morde la coda formando un cerchio, è un simbolo antichissimo. Rappresenta l’eternità, la continuità dell’universo ed è l’emblema primordiale della creazione. L’atto di mordersi la coda indica il continuo rigenerarsi dell’Inizio dalla Fine, della Vita dalla Morte, della Luce dall’Oscurità, del Suono dal Silenzio, l’unione degli opposti all’interno dell’Unità. Per questo motivo l’ho usato per rappresentare visivamente il Suono Sacro, la totalità originaria antecedente alla differenziazione fenomenica. Poiché il serpente cambia ciclicamente pelle rinnovandosi, nella tradizione alchemico-ermetica, l’Uroburo è assurto a simbolo del processo iniziatico dell’uomo, tramite cui, spogliandosi della propria «pelle» umana e mortale, arriva alla pietra filosofale, cioè alla scoperta del Sé. Per questa ragione me ne sono servita per indicare l’Ordine iniziatico fondato dal mitico Re-Taumaturgo del regno, Sahrjym.

Perché proprio la “voce”, il “suono”, “l’Armonia”?

Stabilito il Suono come Principio, per me, come cantante, è stato naturale pensare alla voce umana come mezzo privilegiato per comunicare con il Sovrannaturale. Nel racconto, attraverso l’apprendimento del canto, Fahryon, la neofita eroina del romanzo, compie un cammino evolutivo interiore alla ricerca dell’equilibrio fra sentimento, pensiero e azione (che nel racconto sono simboleggiati da cuore, anima e mente); raggiunta questa armonia, può entrare in sintonia con la vibrazione che anima il mondo. Con Armonia, quindi, non intendo solo l’aspetto puramente sonoro ma soprattutto la capacità di sapersi ascoltare, di ascoltare e quindi di comprendersi, di andare verso l’Altro e di entrare in rapporto con lui, perciò di «armonizzarsi o di sintetizzarsi» con lui.

Se dovessi descrivere a un perfetto estraneo la trama de “Il Suono Sacro di Arjiam” senza rivelare troppo, ma coinvolgendolo nelle vicende, cosa diresti?

Il racconto è imperniato sulla figura di una giovane donna, Fahryon, che sceglie di affrontare una serie di prove iniziatiche, di crescita interiore, separandosi dall’amato Uszrany, per prepararsi ad affrontare Mazdraan, l’uomo che cerca di dominare la vibrazione del Suono Sacro per piegarla al suo desiderio di onnipotenza. Durante il suo cammino, Fahryon si confronta con le sue paure per arrivare a scoprire la sua vera forza e anche l’amore.

In una parola, cos’è per te la scrittura?

Ti rispondo con una frase di uno scrittore che io amo molto, Cesare Pavese. «Scrivere è sempre nascondere qualche cosa in modo che poi venga scoperto».

Come scrivi? Di getto, stilando una scaletta degli eventi… o in altri modi?

Ho scritto questo libro in un momento di pausa sabbatica dall’attività musicale. Mio marito Andrea ed io eravamo in una compagnia formata da archeologi e studenti italiani, maghrebini e francesi con la quale si stava festeggiando una scoperta avvenuta quel giorno durante gli scavi. Ci trovavamo in un ristorante vicino alla Gola del Furlo, conosciuta per una galleria e una strada scavate nella roccia viva in epoca romana: l’impressione che ne ebbi quella notte fu talmente forte che il giorno seguente tratteggiai mentalmente uno schema con i punti principali di una trama che sapevo già esattamente come sarebbe iniziata e come si sarebbe dovuta concludere. Si è trattato come di una parola magica che avesse aperto la mia personale grotta del tesoro. Poco per volta, ho arricchito questo nucleo definendo il ruolo di ogni personaggio, trattando temi che mi appassionano e che io considero importanti, amore, amicizia, lealtà, saper dare un significato alle proprie azioni/scelte, scrivendo sempre di getto. In un secondo momento, ho ripulito le 1000 pagine, tagliando, cucendo o eliminando scene intere o personaggi.

Qual è la tua atmosfera ideale per la scrittura?

La solitudine del mio studio per scrivere e lunghe passeggiate nel bosco o i viaggi per pensare, riflettere.

Il tuo autore preferito è…?

Uno?! Io non potrei nemmeno salvare un libro dal Diluvio universale perché continuerei a riempire l’Arca fino a farla colare a picco! Limitandomi al fantasy, sicuramente la Zimmer Bradley, seguita da Turtledove, Feist, Masterson, Whyte, Redivo e Debenedetti fra le autrici italiane.

E il genere di libri che non ti interessano?

Gialli.

C’è qualche personaggio, tra i tuoi, in cui più ti identifichi? Quale?

Scrivendo mi sono identificata in tutti: è un’abitudine che viene dal lavoro in teatro. Per ogni frase o pensiero, ho sempre cercato di mettermi nei panni di quel personaggio e di farlo agire secondo la sua personalità e il fine che voleva raggiungere.
Come ti sei avvicinata al mondo editoriale?

Ho conosciuto una ragazza che, oltre ad essere musicista, è consulente editoriale. Siamo diventate amiche e, una volta terminato il romanzo, lei mi ha aiutato ad avvicinarmi al mondo editoriale. Ne sono stata molto felice perché da sola non sarei riuscita a districarmi, soprattutto perché la ricerca di un editore porta via molto tempo e con il lavoro sarebbe stato un problema.

Talento. Fortuna. Commerciabilità.
Per pubblicare un libro quale tra questi fattori è più importante?


Senza dubbio la combinazione di tutti e tre questi fattori. Avendo già un’esperienza artistica alle spalle, aggiungerei la capacità personale di sapersi proporre.

Hai dei consigli da dare agli aspiranti scrittori che stanno leggendo quest’intervista?

Non rinunciare mai all’editing. Far leggere a persone di fiducia il manoscritto e chiedere pareri, discuterne, lasciare riposare la materia di tanto in tanto per poterla guardare con mente libera … Insomma sapersi dare i tempi giusti rimanendo fedeli a se stessi e ai propri valori.

Hai qualche news in esclusiva da svelarci circa i tuoi prossimi lavori?

Considero questo romanzo a sé stante, conclusivo. Ho in mente un secondo libro che prende le mosse da alcuni personaggi introdotti in corso d'opera. Vorrei però sviluppare qualcosa di diverso: ne «Il Suono Sacro di Arjiam» mi sono concentrata sulle relazioni umane, sulla difficile evoluzione e crescita dei personaggi confrontati alle domande che ogni adolescente si trova ad affrontare quando si affaccia alla vita adulta, sulla relazione tra scienza (qui simboleggiata dal potere immenso della magia) ed etica. Nel prossimo desidererei toccare un argomento che mi sta molto a cuore e che al giorno d'oggi rappresenta un punto caldo: la convivenza fra mondi culturali apparentemente lontani e inconciliabili. Però, in fondo, anche questo tema ci riconduce all'inizio del nostro discorso, all'Armonia, alla Sintonia alla capacità di sapersi ascoltare, di ascoltare e quindi di comprendersi, di andare verso l'Altro.

Grazie per averci concesso quest’intervista! A presto!
 
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niji707
view post Posted on 9/1/2010, 18:30




bellissima intervista, la trama sembra molto interessante, poi mi piace la nascita di questo romanzo in un ambiente così stimolante come una scoperta archeologica!
 
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Simourgh
view post Posted on 10/1/2010, 13:11




Grazie per il commento!
Credo che sia importante valorizzare anche altri aspetti che caratterizzano la nostra cultura e non limitarsi solo al mondo celtico, degli elfi e delle saghe nordiche.
Ciao!!!
 
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Vocedelsilenzio
view post Posted on 11/1/2010, 09:56




Ma che bella intervista! Davvero complimenti perché porta esperienze davvero diverse da quelle cui siamo abituati e mi incuriosisce molto. Davvero.
 
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Simourgh
view post Posted on 11/1/2010, 10:17




Grazie! A dire la verità, quando parlo del mio libro e, soprattutto di come è nato, ho sempre timore di scoraggiare i lettori dando l'impressione che si tratti di un trattato scientifico sulle onde sonore o di archeologia. Ma si tratta sempre di un fantasy solo un pò fuori dagli schemi ordinari.
Ciao.
 
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Vocedelsilenzio
view post Posted on 11/1/2010, 11:00




Ma, infatti, credo sia proprio quello il bello, che è fuori dagli schemi! :D
 
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Simourgh
view post Posted on 11/1/2010, 11:01




Beh, speriamo che siano in molti a pensarla così!
 
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mpblack1968
view post Posted on 12/1/2010, 10:05




Eccola qui Daniela, devo assolutamente leggere questo libro, l'avevo già adocchiato su Anobii! Complimenti all'autrice, bravissima! :P
 
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Simourgh
view post Posted on 18/1/2010, 21:36




Grazie per i complimenti! Ho conosciuto le tue pubblicazioni proprio grazie ad Anobi ed ü un onore per me trovarti qui!
 
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8 replies since 9/1/2010, 16:47   294 views
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