| INTERVISTA A IVANO MANERA
Autore de LA LAMA DI LEREON: I Prescelti di Naghiton e La Confraternita del Crepuscolo
(Lampi di Stampa Edizioni)
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Ci parli un po’ di lei. Dove vive e come trascorre la sua giornata tipo?
Mi chiamo Ivano Manera e ho 23 anni, sono diplomato cuoco presso l’Istituto Alberghiero di Dronero. Abito a Cuneo e vivo con i miei genitori. Faccio il pasticcere presso un bar pasticceria in Cuneo vecchia. Solitamente lavoro dal mattino sino al tardo pomeriggio e quando esco, torno a casa per scrivere i miei racconti.
Ha degli hobby particolari?
Sì, amo suonare il pianoforte e la tastiera. Adoro il Giappone. Essendo un cuoco adoro cucinare e sperimentare nuovi piatti.
Ogni qual volta sento l’ispirazione, salgo in montagna per scattare qualche foto (macro, animali, cascate) adoro le lunghe passeggiate insomma…
A che età risale il suo primo tentativo di scrittura creativa?
L’età non la ricordo di preciso…facevo le medie, forse seconda o terza e avevo provato a scrivere un testo riguardante gli ufo, su di una vecchia agenda che ancora conservo…
Come è nata LA LAMA DI LEREON? Ha avuto degli ispiratori?
La Lama di Lereon è nata perché sin da piccolo immaginavo storie fantastiche. L’idea mi è venuta in un momento emotivamente strano… ero felice e di colpo mi è mancato il “sostegno”, sono sprofondato nella solitudine e nella tristezza più profonda. In quel momento, ho provato a reagire e ho creato il romanzo (che si è man mano evoluto dalla storia che originalmente avevo pensato) , cosa che nessuno credeva potessi fare. Ho insomma voluto dimostrare a me stesso che potevo andare avanti… per quanto riguarda le diverse ispirazioni, devo dire che prendo spesso spunto dalle persone che mi circondano, soprattutto i miei amici e i miei colleghi di lavoro.
Per le ambientazioni, cerco di descrivere i luoghi che ho visitato nei miei viaggi: Belgio, Francia, Spagna o dalle valli piemontesi che percorro durate le mie escursioni in montagna…credo che tal volta sia ottimo provare su se stessi certe emozioni. La più brutta è stata una camminata in solitaria dalle 19.00 alle 6.00 del mattino dopo… ho capito cosa vuol dire non arrendersi, ho provato la stanchezza di chi cammina per ore senza sosta, camminare da solo di notte in mezzo agli alberi e soprattutto ho provato la paura e poi la gioia per essere arrivato in vetta (mi hanno poi dovuto riportare giù) .
Qual è il personaggio che le somiglia di più?
Direi che in ogni personaggio c’è un po’ di me e del mio carattere, però quello che più mi somiglia è Gabriel Blackhand.
Quanto si somigliano (o diversificano) le attuali sue due opere?
Beh…la prima opera è innanzitutto più corta rispetto alla seconda (I Prescelti di Naghiton 350pg. La Confraternita del crepuscolo 510pg.), poi “I Prescelti di Naghiton” è più un’introduzione a quello che il lettore leggerà in futuro. Nel secondo i personaggi crescono… non solo fisicamente, ma anche emotivamente, c’è più azione, amore, violenza e intrighi rispetto al primo. Per il resto si somigliano perché sono l’uno il seguito dell’altro.
Ci parli de LA LAMA DI LEREON. Come è suddivisa la storia e quanti libri ha in progetto di realizzare inerenti alla stessa?
La storia è suddivisa in tre fasi. I personaggi sono in continuo pellegrinaggio nel continente di Lamiron e le vicissitudini si realizzano in un lasso di tempo che va dai 2 ai 3 anni.
Ho in programma 3 libri in totale, di cui due già pubblicati.
Se potesse riassumere in pochissimi righi l’intera trama de LA LAMA DI LERON, cosa scriverebbe?
Il romanzo porta il lettore nel continente di Lamiron assieme a un gruppo di guerrieri in eterna lotta contro il male (Gabriel Blackhand, Aramah il folletto, Kiro l’uomo leone, Jarrat l’uomo ratto, Demill Romuel il mago, Valion Valort). Un gruppo di maghi torna nel vecchio continente intenti a distruggere tutto per imporre la loro egemonia e Gabriel grazie alla sua spada speciale (con l’anima di una fenice al suo interno) tenterà assieme ai suoi compagni di riportare la pace. Man mano che si avanza il gruppo incontra prove sempre più difficili da superare. Lasciatevi trasportare in quest’avventura ricca di mistero, intrighi, combattimenti e magia.
Come ha conosciuto la Casa Editrice che poi si è detta disponibile a pubblicarla? Può ritenersi soddisfatto della stessa?
Ho trovato la casa editrice dopo estenuanti ricerche e tempi di attesa lunghissimi grazie alla LONGANESI, che me l’ha suggerita per lettera. Sono soddisfatto per quanto riguarda la pubblicazione (nonostante sia poca la pubblicità e la distribuzione) ma è un ottimo mezzo d’inizio, una buona leva per costruirsi la propria strada.. come dice mio padre “un mattone alla volta”.
Ha mai pensato di contattare grandi Case Editrici? Se sì, qual è stata la loro risposta?
Sì, ho provato, ma dopo due o tre giorni sono ritornati indietro i manoscritti, causa: “NON IDONEI ALLA LORO COLLANA FANTASY” (saranno riusciti a leggerli visto che sono ritornati con la loro stessa plastica ancora chiusa????)
Come è nata in lei la passione per il genere fantasy?
Sono sempre stato un tipo molto fantasioso (i miei amici dicono pazzo) e sin da piccolo ho coltivato la fantasia…
Cosa pensa del fantasy italiano? Lo ritiene inferiore, superiore o sullo stesso piano di quello straniero e, principalmente, anglosassone?
Direi che il fantasy italiano è buono, in crescita, pari a quello anglosassone, (ricordate che “di uno bravo ce ne sempre uno meglio”) ma finché le case editrici evitano di leggere i manoscritti inviati, come può essere riconosciuto anche all’estero, fin quando si pubblicano solo autori con conoscenze, titoli universitari o soldi a palate? (senza arrecare dolore a chi lavora seriamente…mi rivolgo solo agli incapaci, quindi se qualcuno si sente offeso è perché ha la coscienza sporca)
A che tipo di pubblico si rivolgono le sue opere?
Mi rivolgo ad un pubblico giovanile, tipicamente dai dieci anni in su…
Qual è il suo libro preferito?
In realtà ho due libri preferiti “Germinale” di Emile Zola e “Lo Hobbit” del mio maestro Tolkien.
E quello che proprio non sopporta?
Non ci sono libri che non si sopportano, quelle sono le persone…
Ha mai pensato di scrivere romanzi differenti dal genere fantasy?
Sì, ci sto già lavorando…
Le è mai capitato di conoscere scrittori famosi? Chi?
Sì, ho conosciuto Laura Iuorio ad una presentazione a Cuneo… una bravissima persona, abbiamo parlato un po’ e le ho lasciato il mio primo romanzo in regalo…
Le è mai capitato di presentare in pubblico i suoi libri e di firmare autografi? Che emozioni ha provato?
Ho già presentato alcune volte ed è stata un’esperienza magnifica. Ho già firmato diversi autografi, ma quelli che più mi sono rimasti impressi sono quelli dei bambini, perché mi sono sentito un eroe ai loro occhi e perché sono gli unici ad esprimere emozioni vere.
Faccia un appello a tutti coloro che hanno un libro nel cassetto pronto per un’eventuale pubblicazione.
Provateci e non arrendetevi mai!!!!
E ora la domanda di rito: cosa significa per lei essere uno scrittore?
Significa essere libero di esprimere ciò che penso, di creare con la fantasia un mondo diverso, di sentirmi unico e poter dare la possibilità ad altre persone di vivere le mie avventure e le mie emozioni!!!
Grazie per averci concesso quest’intervista! A presto!
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anche solo per capire come cambia la percezione delle distanze!
