Intervista a FEDERICO GHIRARDI, Autore di Bryan di Boscoquieto nella Terra dei Mezzidemoni - Newton & Compton Editori

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Mariodm93
view post Posted on 12/4/2009, 21:10 by: Mariodm93




INTERVISTA A FEDERICO GHIRARDI
Autore di Bryan di Boscoquieto nella terra dei mezzidemoni – Newton & Compton Editori

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Ciao Federico! Anzitutto conosciamoci meglio. Chi è Federico Ghirardi nella vita di tutti i giorni? Hai degli hobby particolari, oltre alla scrittura?

Ciao a tutti! Ovviamente adoro leggere: fantasy, gialli, horror, thriller e libri d’avventura (ma anche fumetti come Topolino e Dylan Dog); se non leggessi non sarei nemmeno in grado di scrivere. Mi piace ascoltare musica (Nightwish, Rammstain, Vasco, Ligabue, Articolo 31, De André, Branduardi, Mago de Oz, Iron Maiden…), infatti quando scrivo ho sempre qualche canzone di sottofondo. Ogni volta che me ne capita l’occasione, vado al cinema a vedere fantasy, commedie e film di fantascienza e d’azione. Matrix, Alien, Star Wars, il Sesto Senso, Shining, Mr Brooks, The Truman Show e Pirati dei Caraibi sono alcuni dei miei preferiti. A tredici anni ho cominciato a praticare Kung Fu e continuo ad allenarmi anche adesso…

È noto che hai cominciato a scrivere il tuo libro all’età di 14 anni. Come è nata in te la passione per la scrittura?

Sono cresciuto vedendo la mamma scrivere articoli e gli altri componenti della mia famiglia leggere tanto, così mi è sembrato naturale provare a buttar giù brevi storie, trame. Poi, con tutte quelle letture fantastiche, l’ispirazione non mi mancava…
Durante l’estate del 2004 sono andato a trovare i miei nonni, in Valle di Susa. La prima sera sono andato a letto con un block-notes e una biro e ho iniziato a scrivere, ispirandomi proprio a quella vacanza in montagna. Durante la giornata successiva ho completato la storia, dopodiché ho cominciato a batterla sul vecchio portatile che mi ero portato dietro.
Per tutta la settimana non ho fatto altro che scrivere, ampliando il racconto. Non avevo mai scritto più di un foglio protocollo di tema, dunque, riempire dieci cartelle di word è stato notevole.
Era il mio primo racconto. E, benché fosse molto semplice, ne ero soddisfatto. Dopo un paio di settimane ho deciso di scriverne un secondo, cioè, il seguito di quello che avevo inventato dai miei nonni. Con l’inizio della scuola ho prodotto il terzo racconto. Dopo la fine delle lezioni, ogni volta che avevo un po’ di tempo mi mettevo davanti al computer e scrivevo.
Giunto al terzo anno delle superiori ho trasformato i primi due racconti (riscrivendoli completamente, più volte) in un romanzo di trecento cartelle (che poi sono diventate circa 400 pagine di libro).

Bryan di Boscoquieto nella terra dei mezzidemoni è il tuo primo romanzo. Se dovessi descrivere a qualcuno di totalmente estraneo alle vicende narrate, gli elementi principali della trama del libro, cosa diresti?

Il libro si basa su quattro passaggi temporali: il prologo, il XIII secolo, il XV e il 2000.
Elias l’alchimista, accusato di aver avvelenato la figlia di un ricco mercante, muore tra torture e sofferenze. Seicento anni dopo, lo spirito inquieto di questo ambiguo personaggio chiede vendetta e arriva a possedere gli abitanti di Boscoquieto, un piccolo paese di montagna. Il tutto accade sotto gli occhi di Bryan, un quattordicenne che ha doni magici – si muove tra realtà e sogno, naturale e soprannaturale. A lui è affidato il compito di scoprire chi è l’Alchimista, Elias, e di affrontarlo in una battaglia che aprirà le porte dell’inferno.
I personaggi principali del romanzo sono: Gionata e Marta, amici di Bryan; Morpheus, figlio di un demonio e di un’umana; e l’Insorta, capo della Comunità Ribelle.
Morpheus inizierà il ragazzo ai misteri della Baia: l’organizzazione che, in perenne lotta con la Comunità Ribelle guidata dall’Insorta, combatte per garantire alla Terra la necessaria protezione contro le creature delle tenebre, lugubri esseri mostruosi cacciati dagli uomini sotto la superficie del pianeta. Con l’aiuto di Morpheus, Bryan imparerà a gestire l’energia del suo corpo, focalizzandola in raggi luminosi e scudi invisibili. E qui mi fermo per non rivelare troppo…

Hai avuto degli ispiratori o qualcuno a cui hai chiesto consigli per completare la scrittura del romanzo?

Uno dei miei scrittori preferiti è Stephen King, per cui si può dire che mi abbia ispirato. Per quanto riguarda la prima stesura non ho chiesto consigli a nessuno, in quanto consideravo (e in gran parte considero tutt’ora) la scrittura un’attività molto intima; ho scritto “per me e per me solo” fino a quando non ho completato la prima versione del romanzo, dopodiché l’ho fatto leggere a mia madre e ai miei amici per ricevere impressioni e commenti.

Hai pubblicato con la Newton & Compton Editori. È stato difficile raggiungere una grande casa editrice?

Dopo aver finito di scrivere il libro, ricevendo pareri positivi dalle persone che lo avevano letto, ho iniziato a chiedermi se avrebbe potuto interessare qualche casa editrice. Quindi ho stampato diverse copie del romanzo e ho iniziato a spedirle in giro. Nel frattempo è giunta l’ora della Fiera del Libro: il mio patrigno ed io, muniti di varie copie, siamo passati in vari stand (scegliendo fra i tanti quelli dedicati anche ai libri per ragazzi e alla narrativa fantastica). Sapevo che i tempi di risposta delle case editrici sono molto lunghi, infatti ero pronto a pazientare a lungo. Di lì a un mese, invece, l’editor della Newton Compton – che ho incontrato proprio alla Fiera – ha telefonato a casa, dicendo che avrebbero pubblicato il romanzo e che avremmo dovuto incontrarci a Roma per conoscerci e firmare il contratto. È stata la telefonata più emozionante della mia vita…

Domanda “piccante”: il tuo libro è molto particolare, soprattutto per la presenza di scene “erotiche”, così come alcuni lettori hanno definito tali passaggi nella narrazione. Come ti appelli in merito?

Le cosiddette “scene erotiche” sono una componente naturale della vita reale, dunque, secondo me, dovrebbero costituire un elemento altrettanto naturale in una storia narrata. Nella maggior parte dei fantasy che ho letto, però, queste scene vengono completamente tagliate e molte volte ho avuto l’impressione di leggere qualcosa di “mutilato”, anche se in minima parte. Così, mentre sviluppavo la trama, mi è sembrato perfettamente normale elaborare queste scene (anche se ammetto che in qualche occasione, forse, mi sono lasciato prendere un po’ la mano) e successivamente non le ho censurate.
Questo argomento è stato discusso anche nel forum di Bryan. Vi lascio il link, casomai voleste dare un’occhiata alla discussione:

http://bdbofficialforum.forumfree.net/?t=32691110

Tra i personaggi da te creati, ce ne è uno in cui più ti identifichi?

All’inizio ho preso spunto da me per il protagonista, infatti quelli che mi conoscono se ne sono accorti. Avevo bisogno di un soggetto che conoscessi perfettamente (o quasi) per dare vita al personaggio principale, per delinearne accuratamente le caratteristiche e la personalità. Poi, nel corso della vicenda, Bryan si è evoluto, è cresciuto e ha in parte abbandonato le mie orme…

E uno che non ti somiglia per niente o che potresti addirittura definire “il tuo opposto”?

In un certo senso il mio opposto potrebbe essere Gionata, il migliore amico di Bryan; infatti anche loro due hanno personalità (dall’atteggiamento ai passatempi) completamente differenti, ciononostante stanno bene insieme.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti?

Oltre a Stephen King, altri autori che apprezzo moltissimo sono Agatha Christie, Conan Doyle, J.K. Rowling, Asimov (ho da poco finito di leggere il “Ciclo delle Fondazioni”, che consiglio a tutti gli amanti della fantascienza), Orwell, Tolkien, Richard Bach, Wilbur Smith, Lee Child, Michael Crichton, Eoin Colfer, Ken Follett, Anne Rice… e altri che ora non mi vengono in mente.

E quelli che proprio non sopporti?

Generalmente non ci sono autori che non sopporto. Sia perché di solito leggo i libri che mi vengono consigliati da chi conosce i miei gusti (e comunque prima di comprare un romanzo leggo bene la trama e ne sfoglio qualche pagina per saggiarne un po’ il contenuto e lo stile); sia perché ritengo di poter imparare qualcosa anche dai libri che non mi entusiasmano, o addirittura da quelli che ritengo “scritti male”, in quanto mi mostrano alcuni errori che cercherò di evitare. Ecco, in realtà mi infastidiscono un po’ i romanzi che non rispettano minimamente la punteggiatura.

Hai mai pensato di scrivere anche romanzi differenti dal genere fantasy?

Sì, tanto per provare ho buttato giù delle trame di romanzi horror, d’azione e di fantascienza e ho scritto qualche racconto di vario genere. Dopo aver concluso la saga di Bryan, penso che mi cimenterò nello sviluppo di uno di questi “progetti in cantiere”.

Puoi svelarci in esclusiva delle news circa i tuoi prossimi lavori?

Ho terminato da pochi giorni di correggere la bozza del secondo volume di Bryan di Boscoquieto, che dovrebbe arrivare nelle librerie questo mese stesso!

Faresti un appello a tutti i ragazzi che hanno un manoscritto nel cassetto e che vorrebbero tentare l’intricata via della pubblicazione?

Consiglio innanzitutto di farlo leggere a un po’ di amici fidati (e appassionati di lettura) in grado di dare un giudizio oggettivo e sincero; dopodiché di stamparne parecchie copie e inviarle (insieme a una scheda-libro con un riassunto della trama e alcuni estratti del testo per catturare l’attenzione) a diverse case editrici, come ho fatto io. Soprattutto, però, non bisogna mai perdere la fiducia: anche Stephen King ha ricevuto un sacco di rifiuti prima di riuscire a pubblicare il suo primo romanzo!

Grazie per averci concesso quest’intervista!
A presto!


Alla prossima!
 
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